Barefoot running: variazioni biomeccaniche e la loro incidenza sugli infortuni legati alla corsa. Una revisione
Sport and Anatomy Fascicolo 2-2017, pagine: 93-98
DOI | @ Pisa University Press 2017
Pubblicato: 15 May 2018
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Riassunto
Introduzione: Molti corridori, oggi, si stanno riavvicinando ad un genere di corsa primitivo, essenziale e minimale, dando vita ad una vera e propria specialità: il Barefoot Running. Con questo lavoro si è voluto indagare sulle evidenze di una connessione diretta tra l’incidenza di un infortunio e l’assetto, la tipologia della corsa e il tipo di calzature utilizzate, e se il Barefoot Running possa influire, attraverso variazioni biomeccaniche, sull’incidenza degli infortuni correlati alla corsa. Materiali e metodi: È stata effettuata una ricerca online sulla banca dati PubMed. Sono stati inclusi studi, secondo il formato standardizzato P.I.C.O., su una popolazione di runners sottoposti ad analisi cinetica e cinematica, sia con calzature da corsa convenzionali, sia a piedi nudi (barefoot), o con scarpe minimali. Risultati: Differenti modelli di appoggio, durante la corsa, possono incidere in maniera diversa sulle forze di impatto che dal terreno si trasmettono e si scaricano sulle varie strutture anatomiche della gamba. I risultati hanno mostrato che a un differente indice di minimalismo della calzatura corrispondono differenze cinetiche e cinematiche, con minori picchi di stress sulle strutture anatomiche. Conclusioni: Il Barefoot Running potrebbe essere utile, oltre che dal punto di vista atletico, anche da quello riabilitativo, potendo permettere, infatti, di variare i carichi parziali sulle varie strutture dell’arto inferiore. Ad oggi non esistono in letteratura evidenze di spessore che dimostrino una correlazione diretta tra il barefoot e i meccanismi di insorgenza degli infortuni. Sarebbero necessari ulteriori studi per approfondire l’argomento.
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