La terapia neuropsicomotoria in acqua nel trattamento dei gravi disordini neurocognitivi: la sindrome di Mowat-Wilson
Sport and Anatomy Fascicolo 2 - 2016, pagine: 50-56
DOI | @ Pisa University Press 2016
Pubblicato: 15 September 2016
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Riassunto
Scopo: analizzando il percorso riabilitativo in acqua di un bambino affetto da sindrome di Mowat-Wilson in un periodo di 12 mesi, ci si è proposti di dimostrare l’appropriatezza e la validità dell’intervento idrokinesiterapico, ritenendo lo strumento “acqua” efficace e adeguato nel trattamento non solo della sindrome descritta in questo lavoro ma in tutte quelle sindromi che presentano in comorbilità deficit neuro cognitivi. Materiali e Metodi: la tecnica di lavoro utilizzata ha previsto l’utilizzo della comune logica neuropsicomotoria che sfrutta il gioco e la relazione attraverso il corpo, l’ambiente e gli oggetti, integrata nella metodologia ASP (Approccio Sequenziale Propedeutico); valutando attraverso apposite griglie di osservazione l’evoluzione del comportamento e degli apprendimenti cognitivi, motori, emotivi e relazionali. Risultati: in seguito al trattamento neuropsicomotorio in acqua, nel periodo da aprile 2015 ad aprile 2016, il bambino ha raggiunto la quasi totalità degli obiettivi prefissati, ottenendo quell’autonomia motoria ancora non realizzabile “a secco”. Conclusioni: nella Sindrome di Mowat-Wilson il trattamento idrokinesiterapico si è rivelato un valido supporto alla terapia neuropsicomotoria a secco. Tenendo presente i diversi disturbi associati quali ritardo neuropsicomotorio, compromissione del comportamento adattivo e malformazioni ortopediche, la terapia in acqua ha permesso di accelerare i processi di adattamento e il raggiungimento di performances difficilmente elicitabili a secco.
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