Evidenza scientifica e pratica clinica in idrokinesiterapia: c’è concordanza?
Un vaglio della letteratura e un questionario tra gli idrokinesiterapisti italiani
Sport and Anatomy Fascicolo 3/4 - 2015, pagine: 102-107
DOI | @ Pisa University Press 2015
Pubblicato: 15 January 2016
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Riassunto
Introduzione: grazie alle specifiche proprietà fisiche dell’acqua, l’idrokinesiterapia è una metodica che ricopre un ampio ventaglio di indicazioni in ambito riabilitativo e la cui efficacia è stata validata per numerose patologie e tipologie di pazienti. Scopo di questo studio è indagare gli ambiti riabilitativi in cui essa è maggiormente utilizzata e valutare se esista una eventuale discrepanza tra le indicazioni provenienti dalla ricerca scientifica e le applicazioni nella pratica clinica. Metodi: in una prima fase è stata effettuata una revisione della letteratura. Sono stati consultati i motori di ricerca PubMed e Pedro incrociando i termini MEsh hydrotherapy, aquatic therapy, aquatic exercise and rehabilitation e presi in considerazione studi clinici controllati randomizzati (RCT) e revisioni sistematiche che indagano l’efficacia del lavoro in acqua nei vari ambiti della riabilitazione. Sulla base dei risultati della revisione, si è proceduto alla stesura di un questionario per effettuare una survey circa le applicazioni del lavoro in acqua in pratica clinica. Le categorie che presentavano un numero di RCT superiore a 5 o almeno una revisione sistematica inerente sono stati introdotte come opzioni di risposta della survey. Il questionario è stato costruito mediante lo strumento Google form e inoltrato con una lettera di presentazione via mail a un campione di 484 idrokinesiterapisti, i soci dell’Associazione Nazionale Italiana Idrokinesiterapisti (ANIK) che dal 1996 opera nella diffusione della riabilitazione in acqua attraverso attività di ricerca, di approfondimento didattico formativo e di pratica professionale. Risultati: l’iniziale selezione dei titoli ha condotto a 1131 studi potenzialmente rilevanti da cui sono stati letti 388 abstract e inclusi infine 345 RCT e 43 revisioni sistematiche. Gli studi sono stati suddivisi secondo macroarea di appartenenza e patologia, rispettivamente 9 e 37 in totale. La macroarea che risulta più studiata per il lavoro in acqua è quella della riabilitazione ortopedica con 103 RCT e 24 RS (revisioni sistematiche), le patologie più oggetto di pubblicazione sono l’artrosi (44 RCT e 4 RS), la lombalgia (35 RCT e 2 RS) e la fibromialgia (30 RCT e 4 RS). Il questionario è stato inviato a 484 indirizzi mail, sono pervenute le risposte di 124 intervistati con un tasso di risposta pari al 25%. La macroarea riabilitativa in cui si esplica maggiormente il lavoro in acqua è la riabilitazione ortopedica 58%; le patologie più frequentemente trattate sono la protesi d’anca e ginocchio 57%, la lombalgia 48%, le lesioni legamentose dell’arto inferiore 39%, infine il 73% degli intervistati opera nel settore privato. Conclusioni: esiste una moderata concordanza per le macroaree di applicazione del lavoro in acqua tra ricerca e pratica clinica e una concordanza minore riguardo alle patologie indagate.
Parole chiave
Percorso di valutazione
Peer reviewed. Certificazione della qualità